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Roma, Lazio

Violenza Sessuale: la Consulta ammette il gratuito patrocinio

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A stabilirlo è una sentenza della Suprema Corte che ritiene “non fondata la questione di legittimità costituzionale” dell’articolo 4-ter del ‘Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia’ che prevede proprio l’automatica ammissione al patrocinio gratuito della persona offesa dai reati “anche in deroga ai limiti di reddito previsti dal presente decreto”, cioè 10.628,16 euro.

Nel nostro ordinamento giuridico, specialmente negli ultimi anni, è stato dato grande spazio a provvedimenti e misure tesi a garantire una risposta più efficace verso i reati contro la libertà e l’autodeterminazione sessuale, considerati di crescente allarme sociale, anche alla luce della maggiore sensibilità culturale e giuridica in materia di violenza contro le donne e i minori. Di qui la volontà di approntare un sistema più efficace per sostenere le vittime, agevolandone il coinvolgimento nell’emersione e nell’accertamento delle condotte penalmente rilevanti.

Nella sentenza del 3 dicembre scorso, pubblicata l’11 gennaio 2021, la Consulta spiega che la scelta di ammettere per i reati di violenza sessuale, senza porre  alcun vincolo economico, al gratuito patrocino, in deroga alle leggi in materia, cela una ratio che si estrinseca in una precisa scelta di indirizzo politico-criminale che ha l’obiettivo di offrire un concreto sostegno alla persona offesa, la cui vulnerabilità è accentuata dalla particolare natura dei reati di cui è vittima, e a incoraggiarla a denunciare e a partecipare attivamente al percorso di emersione della verità.

La pronuncia della Suprema Corte risulta essere una vera novità per l’ordinamento italiano nonché punto di partenza verso una sensibilizzazione civile e giuridica in materia di libertà della persona e violenza sessuale.